Le Tipicarelle

14 Maggio 2024

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Ernia iatale e reflusso gastroesofageo: come gestirli

Care Tipicarelle e Tipicarelli, abruzzesi e non,

oggi parliamo di un problema che affligge diverse persone in tutto il mondo: l’ernia iatale e il reflusso gastroesofageo, due problemi che solitamente appaiono collegati.

Quante persone in Italia soffrono di ernia iatale e reflusso grastroesofageo?

Il 15% degli italiani convive con l’ernia iatale, ma vediamo da vicino cos’è.

L’ernia iatale coinvolge lo spostamento dello stomaco verso l’alto, invadendo la regione toracica anziché rimanere al di sotto del diaframma. Questo avviene attraverso un foro nel diaframma chiamato iato esofageo, che normalmente dovrebbe essere ben chiuso attorno all’esofago. Tuttavia, a volte, questa apertura può rilassarsi o dilatarsi, consentendo al contenuto gastrico di risalire nel torace, provocando anche il fastidioso reflusso gastroesofageo.

differenza tra stomaco normale e ernia iatale

Sintomi

 

Nella maggior parte dei casi, l’ernia iatale non manifesta sintomi evidenti, soprattutto nel caso delle ernie da scivolamento. Se i sintomi si verificano, di solito si limitano a bruciore di stomaco e rigurgito, quando gli acidi prodotti dallo stomaco risalgono nell’esofago e possiamo parlare di reflusso grastroesofageo.

I sintomi generali associati all’ernia iatale possono includere:

– Sensazione di bruciore al petto, spesso dopo i pasti (bruciore di stomaco)
– Forte dolore al petto, come se stesse per venire un infarto
– Reflusso acido
– Alito cattivo
– Eccessiva eruttazione
– Gonfiore
– Nausea
– Difficoltà o dolore durante la deglutizione

Alcuni pazienti affetti da ernia iatale fissa possono sperimentare reflusso gastro-esofageo cronico, che può portare a ulcere, sanguinamento e, raramente, persino asma. Questo può causare anche anemia, una condizione caratterizzata da una bassa concentrazione di globuli rossi nel sangue, che può causare stanchezza persistente, particolarmente durante lo sforzo.

Possono anche verificarsi restringimenti che ostacolano la deglutizione (disfagia).

 

Dolore associato all’ernia iatale

 

Il dolore è comune in caso di ernia iatale, ma di solito è una conseguenza del reflusso acido anziché dell’ernia stessa. La risalita degli acidi gastrici lungo l’esofago può causare dolore diffuso nel petto, spesso descritto come bruciore, che a volte può essere confuso con un attacco di cuore.

L’ernia iatale si trova approssimativamente tra l’addome e il torace, e il dolore percepito potrebbe essere causato anche dall’ernia stessa, ad esempio se viene compressa o pizzicata durante alcune attività o posizioni come chinarsi, tossire o sollevare pesi.

 

Sintomi atipici e correlazione con il cuore

 

A causa della varietà di sintomi che può causare, l’ernia iatale può essere confusa con altre condizioni non correlate, tra cui sintomi che possono sembrare legati al cuore:

Dolore sordo al petto
– Mancanza di respiro (a causa della pressione sull’area del diaframma, che influenza il muscolo cardiaco)
– Palpitazioni cardiache (a causa dell’irritazione del nervo vago)
– Sensazione di svenimento (sindrome vaso vagale)
– Attacchi di panico (paura del dolore e dello svenimento)

Tuttavia, è importante non attribuire tutti i sintomi alla sola ernia iatale. Sintomi come dolori addominali o difficoltà digestive potrebbero essere causati da altre condizioni come ulcere peptiche o malattie cardiache. È fondamentale consultare un medico per una valutazione approfondita se si sospetta un problema di salute.

Fare la diagnosi

 

L’ernia iatale viene generalmente diagnosticata attraverso due principali procedure diagnostiche:

  1. Radiografia con mezzo di contrasto (clisma opaco): Questo esame coinvolge l’assunzione di una sostanza di contrasto, seguita da una serie di raggi X della parte superiore del tratto digerente. Questo permette ai medici di individuare eventuali anomalie, comprese le ernie iatali.
  2. Gastroscopia (endoscopia dell’apparato digerente superiore): Durante questo esame, il medico utilizza uno strumento flessibile chiamato endoscopio per esaminare l’esofago e lo stomaco del paziente. Questo strumento è dotato di una piccola telecamera che cattura immagini dell’interno dell’apparato digerente, consentendo al medico di individuare eventuali anomalie, come l’ernia iatale. Questo procedimento viene solitamente eseguito mentre il paziente è leggermente sedato per aumentare il comfort.

 

Pericoli e complicazioni dell’ernia iatale

 

L’ernia iatale può portare a una serie di complicazioni che possono influenzare la salute e il benessere del paziente. Queste complicazioni includono:

  1. Bruciore di stomaco cronico e esofagite da reflusso: La risalita continua degli acidi gastrici nell’esofago può causare irritazione e infiammazione cronica della parte inferiore dell’esofago, provocando sintomi persistenti di bruciore di stomaco e disagio.
  2. Anemia: Il sanguinamento cronico dell’esofago causato dall’ernia iatale può portare a una diminuzione dei globuli rossi nel sangue, provocando una condizione nota come anemia. Questo può causare stanchezza persistente e altri sintomi legati alla mancanza di ossigeno nei tessuti.
  3. Ulcere e restringimento dell’esofago: L’ernia iatale può anche causare la formazione di ulcere e restringimenti nel tratto inferiore dell’esofago, che possono portare a difficoltà nella deglutizione, nota come disfagia.
  4. Problemi respiratori: Durante il sonno, le secrezioni dello stomaco possono risalire nell’esofago e nei polmoni, causando tosse cronica, difficoltà respiratorie (asma) e, in casi gravi, polmonite causata dall’inalazione di materiale stomacale (polmonite ab ingestis).

Inoltre, nelle ernie iatali miste possono verificarsi problemi più gravi, come difficoltà respiratorie o dolore grave al petto, specialmente negli anziani.

È importante contattare immediatamente il medico se si verificano sintomi di ernia iatale, se i sintomi noti peggiorano o non migliorano con il trattamento, o se compaiono nuovi sintomi che potrebbero indicare complicazioni gravi. La gestione tempestiva e l’attenzione alle complicazioni sono essenziali per garantire il benessere del paziente affetto da ernia iatale.

 

Quali sono le cure e i rimedi per l’ernia iatale

 

La terapia per l’ernia iatale è solitamente necessaria solo se i sintomi sono evidenti, come il bruciore di stomaco cronico o la difficoltà di deglutizione. Anche per l’infiammazione e le ulcere dell’esofago inferiore, è consigliabile una terapia mirata.

Ecco alcuni consigli generali per trattare il bruciore di stomaco e l’esofagite (infiammazione dell’esofago):

  • Evitare o moderare il consumo di sostanze che aumentano il reflusso acido nell’esofago, come nicotina (sigarette), caffeina, cioccolato, cibi ricchi di grassi, menta e alcol.
  • Consumare pasti più leggeri e frequenti e lasciare almeno 2-3 ore tra l’ultimo pasto e il momento di coricarsi.
  • Evitare di chinarsi, fare esercizi addominali, indossare cinture strette e ventriere, per non aumentare la pressione addominale e causare reflusso.
  • Se si è in sovrappeso, perdere peso, poiché l’obesità può aumentare la pressione addominale.
  • Consultare il medico per valutare l’uso di farmaci e rivedere eventuali terapie in corso; alcune molecole, come antispastici intestinali, farmaci che bloccano i canali del calcio e alcuni antidepressivi, possono indebolire i muscoli dell’esofago inferiore.
  • Evitare di coricarsi entro 3-4 ore dal pasto e di fare spuntini notturni.
  • Elevare la testiera del letto di circa 20-30 centimetri per sfruttare la forza di gravità e mantenere gli acidi lontano dallo stomaco durante il sonno.
  • Smettere di fumare.

In alcuni casi, i farmaci possono essere prescritti per ridurre la secrezione acida dello stomaco o per aumentare il tono muscolare dell’esofago inferiore, riducendo così il reflusso.

Intervento chirurgico:

L’ernia iatale mista può richiedere un intervento chirurgico, soprattutto in presenza di complicazioni gravi o se i sintomi non migliorano con i farmaci.

Tuttavia, la presenza dell’ernia iatale da sola non giustifica sempre un intervento chirurgico.

Uno degli interventi chirurgici più comuni è la fundoplicatio secondo Nissen-Rossetti, che viene eseguita laparoscopicamente (attraverso piccole incisioni).

L’intervento, eseguito in anestesia generale, comporta un breve periodo di recupero:

  • 2-3 giorni per il ritorno a casa
  • 3-6 settimane per tornare al lavoro
  • 6 settimane prima di superare alcuni limiti dietetici indicati dal medico
  • Alcuni mesi per risolvere eventuali effetti collaterali come gonfiore, eruttazione, flatulenza e difficoltà di deglutizione.

Dieta: Cosa Mangiare?

 

La dieta per chi soffre di ernia iatale si basa sul consumo di pasti leggeri distribuiti durante il giorno, evitando pasti abbondanti a favore di piccoli pasti frequenti. È consigliabile evitare gli alimenti che possono peggiorare i sintomi di bruciore di stomaco e reflusso.

È utile evitare anche cibi troppo caldi, che possono irritare lo stomaco, e bevande gassate.

Dopo i pasti, è preferibile non sdraiarsi immediatamente, poiché la posizione orizzontale favorisce la risalita dei succhi gastrici, aumentando i sintomi legati all’ernia iatale.

 

Ecco alcuni cibi consigliati e da evitare:

Cibi Consigliati:

  • Pasta e riso
  • Pesce, per il suo contenuto di omega-3
  • Mele, banane e patate, che hanno un’azione protettiva sulle pareti dello stomaco
  • Ananas e papaya, grazie al loro contenuto di enzimi digestivi
  • Sale iodato, che può aiutare a gestire l’ernia iatale

Alcuni integratori consigliati

  • Integratore alla curcumina (antinfiammatorio)
  • Integratori a base di Ashwagandha, Melissa, lavanda, Luppolo (Serenesi della Esi)
  • Tisane digestive al finocchio, liquirizia, semi di anice
  • Bianacid della Aboca (una dopo ogni pasto e prima di andare a letto)

Cibi da Evitare:

  • Caffeina in generale (caffè, tè, bevande a base di cola, bibite energetiche, ecc.)
  • Cioccolato
  • Menta
  • Pasti ricchi di grassi, come latticini, insaccati, carne di maiale, fritti, stufati, spezzatini, ragù
  • Alimenti piccanti, come pepe, peperoncino, e spezie piccanti
  • Agrumi
  • Pomodoro

Quali sono le cause dell’ernia iatale e del reflusso

 

Le cause di questa condizione possono essere varie. Alcuni casi possono essere congeniti, mentre in altri casi può essere causata da una perdita di elasticità dei muscoli intorno al iato esofageo o da traumi addominali. Si ritiene che l’invecchiamento naturale dei tessuti e dell’apparato digerente, insieme all’obesità, alla gravidanza e al meteorismo, possano aumentare il rischio di sviluppare un’ernia iatale.

L’Helicobacter pylori e l’ernia iatale

 

L’Helicobacter pylori è un batterio che può colonizzare lo stomaco umano e causare una serie di disturbi gastrointestinali, tra cui gastrite, ulcere peptiche e in alcuni casi, può anche essere coinvolto nel processo di formazione delle ernie iatali.

Sebbene l’Helicobacter pylori non sia direttamente responsabile della formazione dell’ernia iatale, la sua presenza nello stomaco può influenzare l’ernia in diverse maniere:

1. Aumento della secrezione di acido gastrico: L’Helicobacter pylori può stimolare le cellule dello stomaco a produrre più acido gastrico del normale. Questo eccesso di acido può aumentare la pressione nello stomaco, contribuendo così alla formazione o all’aggravamento dell’ernia iatale.

2. Infiammazione dello stomaco: L’infezione da Helicobacter pylori può causare un’infiammazione dello stomaco (gastrite), che a sua volta può indebolire il tessuto dello stomaco e del diaframma, facilitando il protrarsi dello stomaco attraverso il diaframma e la formazione dell’ernia iatale.

3. Rilassamento dello sfintere esofageo inferiore (LES): L’Helicobacter pylori può influenzare il tono muscolare dello sfintere esofageo inferiore (LES), la valvola che si trova tra l’esofago e lo stomaco. Se lo sfintere è meno efficace nel prevenire il reflusso acido, questo può aumentare il rischio di reflusso gastroesofageo, che è una delle complicanze associate all’ernia iatale.

Sebbene l’Helicobacter pylori non sia direttamente responsabile della formazione dell’ernia iatale, la sua presenza può influenzare diversi meccanismi fisiologici che possono contribuire alla sua formazione o aggravare i sintomi correlati.

Le cause psicologiche

 

Le cause psicosomatiche del reflusso esofageo e dell’ernia iatale possono essere molto rilevanti, poiché lo stress, l’ansia e la depressione possono avere un impatto significativo sul funzionamento dell’apparato digerente.

Lo stress, ad esempio, può influenzare il modo in cui il corpo gestisce il cibo e l’acidità nello stomaco. In situazioni di stress, il corpo può produrre più acido gastrico, il che può aumentare il rischio di reflusso esofageo. Inoltre, lo stress può portare a comportamenti alimentari poco salutari, come il consumo di cibi ad alto contenuto di grassi o la mancanza di tempo per mangiare in modo appropriato, che possono peggiorare i sintomi del reflusso.

L’ansia può avere un effetto simile. Le persone che soffrono di ansia possono sperimentare un aumento della sensazione di bruciore di stomaco o di altre sensazioni digestive spiacevoli a causa dell’ipersensibilità dell’apparato digerente. Inoltre, l’ansia può portare a una maggiore produzione di acido gastrico, aumentando così il rischio di reflusso.

La depressione, d’altra parte, può influenzare i comportamenti alimentari e la motivazione per adottare uno stile di vita sano. Le persone depresse potrebbero essere inclini a mangiare cibi poco salutari, a trascurare l’esercizio fisico e a sviluppare altre abitudini che possono contribuire ai sintomi del reflusso e dell’ernia iatale.

Inoltre, lo stress, l’ansia e la depressione possono influenzare direttamente la motilità gastrointestinale, il sistema immunitario e la percezione del dolore, tutti fattori che possono contribuire ai sintomi dei disturbi digestivi.

È importante considerare l’aspetto psicosomatico di questi disturbi quando si pianifica un trattamento. Le terapie che mirano a ridurre lo stress, a gestire l’ansia e a trattare la depressione possono essere un componente importante di un piano di cura completo per il reflusso esofageo e l’ernia iatale. Queste terapie possono includere tecniche di rilassamento come la meditazione o lo yoga, la terapia cognitivo-comportamentale per gestire l’ansia e la depressione, e pratiche di auto-cura che favoriscono il benessere generale del corpo e della mente.

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