I fiadoni, da secoli rientrano nelle specialità abruzzesi, ma le origini sono da collocarsi al periodo rinascimentale.
Come citato dallo “scalco rinascimentale” i fiadoni venivano preparati dal famoso cuoco Cristofaro di Messisbugo, che lavorava alla corte di Ferrara.
La ricetta arrivò, poi, in Abruzzo quasi sicuramente perchè prevedeva tra gli ingredienti principali, lo zafferano. Già all’epoca la zona dell’aquilano era riconosciuta come luogo di eccellenza per la produzione della spezia gialla.
Nei secoli, poi, la ricetta si modificò, con l’inserimento di ingredienti provenienti da prodotti locali, dando così vita a una specialità unica preparata sia in versione dolce che salata, adattata alle varie realtà locali
In passato, non tutti avevano i forni in casa, così i fiadoni venivano portati a cuocere nelle panetterie del paese: si faceva a gara per produrre i ravioli più grossi, perché la dimensione del fiadone e la ricchezza del ripieno simboleggiavano l’agiatezza della famiglia che li aveva preparati.
I fiadoni sono stati inseriti dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nell’elenco ufficiale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (P.A.T.) Italiani.
L’origine del nome dei fiadoni
Il nome fiadoni deriverebbe dal tedesco “fladen”, termine che sta per “cosa gonfia” latinizzato prima in “flado” ed quindi in “fiadone”. In dialetto abruzzese “li fiadune”.