L’uva ha da sempre molteplici impieghi, spaziando dal settore alimentare a quello cosmetico, e ancora oggi continua a sorprendere: dalla sua lavorazione si ottengono creme idratanti, vino, aceto, succo, uva passa e… il mosto cotto.
Il mosto cotto: cos’è e come nasce
Che cos’è il mosto cotto?
Il succo d’uva è il prodotto da cui si derivano bevande alcoliche, distillati o birra.
Si ottiene tramite la torchiatura e la pigiatura degli acini, trasformandosi in un liquido che non ha ancora subito il processo di fermentazione, che è essenziale per la produzione di bevande alcoliche.
Quali sono le sue origini?
Ampiamente noto e utilizzato in diverse località italiane (chiamato anche in modi diversi: sapa in Emilia e Sardegna, sugo d’uva in Calabria, è anche chiamato vin cotto, e ha radici salde nella cucina tradizionale regionale italiana e abruzzese.
Essendo molto antico, in Grecia, è conosciuto come Petimezi e viene utilizzato come sostituto di marmellate e sciroppi.
Per scoprire le sue origini, occorrerebbe sfogliare i volumi della tradizione gastronomica e fare un salto indietro fino all’antica Roma, dove era già noto con il nome di defrutum e veniva ampiamente consumato in cucina.
Il mosto cotto si presenta con una densità apprezzabile, un colore che varia dal rosso scuro al rosso ambrato, un profumo caratteristico e intenso, fruttato e un autentico sapore dolce. Queste caratteristiche lo rendono un prodotto versatile e facilmente abbinabile.