Il Fagiolo Tondino del Tavo, autentica eccellenza gastronomica abruzzese, vede la luce esclusivamente nei fertili terreni della vallata del fiume Tavo. Questa zona rappresenta l’unico habitat ideale per la sua coltivazione. La comunità di agricoltori impegnati nella produzione di questo pregiato legume conta circa 15 membri, distribuiti lungo il comprensorio delimitato dai comuni di Farindola, Penne, Loreto Aprutino, Collecorvino e Cappelle sul Tavo, nella provincia di Pescara.
Il fagiolo Tondino del Tavo: le sue caratteristiche
Questo fagiolo tondeggiante si distingue per una colorazione che varia dal bianco latte all’avorio. Le caratteristiche della sua superficie esterna, sottilissima e lucida, lo rendono particolarmente digeribile. Il baccello, dalla forma allungata, può contenere fino a otto semi. La semina, tardiva, è programmata dopo il 15 giugno, mentre la raccolta avviene esclusivamente a mano, nella seconda decade di ottobre. Questa varietà si presenta come una scelta rustica, in grado di resistere alle sfide del clima locale, pur richiedendo una buona irrigazione nei periodi di scarsa piovosità.
Il Tondino del Tavo è un ingrediente apprezzato nelle preparazioni di zuppe e minestre. Tuttavia, la sua versatilità emerge anche quando è semplicemente condito con olio e accompagnato da erbe di campagna. Spesso, viene impiegato come condimento per le paste tradizionali abruzzesi, come le sagne o le tacconelle.
Localmente noto anche come “fasciule a busciell”, a causa della sua somiglianza con il pisello, questo fagiolo è stato riconosciuto da Slow Food e incluso nell’elenco dei Presidi. A Loreto Aprutino, gli abitanti celebrano questa leguminosa con una festa dedicata, un omaggio al suo status di fagiolo “magico”.
Si racconta che in realtà il Tondino del Tavo non sia mai del tutto scomparso ma che qualche famiglia ne coltivasse delle piante nell’orto. Grazie al lavoro di ricerca e di recupero oggi se ne producono circa 65 quintali, una piccola quantità per una grande eccellenza d’Abruzzo.
Il fagiolo Tondino del Tavo: come prepararlo
Si gustano lessi, conditi con un filo di olo extravergine di oliva, adagiati su fette di pane abbrustolito. Ottimi per preparare zuppe di legumi, minestre assieme a ortaggi e verdure. Perfetti nella Pasta e fagioli.
Tempo di cottura 1 ora; nella pentola a pressione 40 minuti. Prima della cottura lasciare in ammollo in acqua per 4 ore.
I fagioli Tondini del Tavo: i benefici nel mangiarli
I fagioli offrono un duplice vantaggio nell’ambito nutrizionale.
Certo, la loro digestione potrebbe risultare complessa, ma la salvia è qui per risolvere la questione. Aggiungere due o tre foglie nell’acqua di cottura è sufficiente per sciogliere gli zuccheri responsabili delle difficoltà digestive.
Un’ottima abitudine mediterranea è accostarli al pomodoro fresco, notoriamente acido e, di conseguenza, più adatto a mitigare gli effetti sgraditi della fermentazione intestinale.
A dispetto dei loro difetti, i fagioli vantano numerosi benefici. Sono utili nel trattamento dell’ipertensione, contribuiscono a ridurre i livelli di colesterolo e si rivelano amici della linea. Sì, avete letto bene: il loro apporto calorico è significativo, ma al contempo i fagioli si rivelano autentici brucia-grassi, intensificano il senso di sazietà e accelerano l’assorbimento dei principi nutritivi.
In sintesi, se state seguendo una dieta e desiderate controllare l’appetito, il fagiolo è la scelta giusta, a condizione che lo incorporiate in una zuppa o in una ricca insalata fredda, lasciando da parte l’idea goduriosa di abbinarlo alla pasta.
Una ricetta con il fagiolo Tondino Abruzzese
Pizz’e foje: Ingredienti per 6 persone
150 gr. di erbe selvatiche (sonco; pimpinella; cicorielle; ortica)
250 gr. cappuccio di verza
100 gr. di fagioli Tondino del Tavo già ammollati
e precedentemente cotti in acqua e sale
100 gr. di pomodoro fresco
60 gr. di olio evo
2 spicchi di aglio
2 foglie di alloro
20 gr. di lardo
50 gr. di ricotta al fumo di ginepro
2 peperoni secchi (cruschi)
Preparazione
Fate bollire l’acqua con il sale. In una ciotola, unite le farine con un goccio d’olio. Versate l’acqua bollente poco a poco e mescolate con un cucchiaio di legno. Stendete l’impasto fino a raggiungere uno spessore di 2 cm su una teglia da forno ben oleata. Cuocete in forno a 200 gradi per circa 30 minuti.
Nel frattempo, in un pentolino scaldate per 5 minuti il pomodoro tagliato in piccoli pezzi, quindi frullatelo con tutta la buccia. Continuate la cottura con un filo d’olio per altri 5 minuti.
Mondate la verza e le erbe selvatiche, tagliatele a pezzi grandi, lavatele e lessatele in una pentola con acqua, sale, aglio e alloro. Fate bollire la verdura per circa 10 minuti, scolatela e mettetela in una padella senza togliere l’aglio e l’alloro. Aggiungete l’olio e cucinatela per 10 minuti, poi versate i fagioli e il sugo già cotti precedentemente. Spezzate grossolanamente la pizza con le mani nella padella. Una volta che gli ingredienti avranno assorbito il condimento, la cottura è terminata.
In un piatto fondo, formate 2 piccole “quenelle”. Adagiatevi sopra una fettina sottile di lardo, una grattugiata di ricotta al fumo, i peperoni a pezzettini e un filo d’olio extravergine d’oliva.