Le Tipicarelle

03 Marzo 2024

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La pasta integrale, ritorno ad un’antica tradizione

Oggi , care tipicarelle e tipicarelli, andiamo a vedere un prodotto derivato dalla farina integrale: la pasta integrale.

Nel cuore della regione abruzzese, così come in tutta Italia, la pasta è da sempre considerata un vero e proprio simbolo. Le nostre nonne amavano farla in casa, ricordiamo ancora quando preparavano gli ingredienti e poi si mettevano a lavorarla e a tagliarla.

In Abruzzo c’è ancora questa meravigliosa tradizione che si tramanda di generazione in generazione. E se c’è un elemento che aggiunge profondità e sapore a questa tradizione, è la pasta integrale.

Nello scorso post abbiamo parlato delle tipologie di farine, inquadrando un po’ la derivazione, la lavorazione, gli utilizzi e le caratteristiche salutari.

Prima di tutto, diamo un’occhiata alle diverse tipologie di grano che possono essere utilizzate per ottenere questa prelibatezza.

 

Grano Duro o Grano Tenero: quale scegliere?

Il grano duro, noto anche come grano duro, è caratterizzato da una maggiore resistenza e consistenza rispetto al suo controparte più morbida, il grano tenero. Questa differenza strutturale si riflette nel gusto e nella consistenza della pasta. Mentre la pasta fatta con grano duro tende ad essere più robusta e “al dente”, quella fatta con grano tenero ha una consistenza più morbida e delicata.

La pasta è un alleato prezioso per la salute e il benessere, confermano i nutrizionisti. Questo alimento non solo delizia il palato, ma fornisce anche nutrienti essenziali che favoriscono il benessere psicofisico dell’individuo.

Ricca di carboidrati e con una significativa percentuale di proteine, intorno al 13%, la pasta rappresenta una fonte nutrizionale fondamentale, soprattutto per coloro che seguono una dieta vegetariana. Inoltre, per gli amanti dell’attività fisica, il consumo di pasta è cruciale, poiché aiuta a ristabilire le riserve di glicogeno muscolare, vitale per il recupero energetico dopo lo sforzo fisico.

I nutrizionisti elencano diversi benefici derivanti dal consumo di pasta:

  • Gestione dell’insulina: Variando la tipologia di pasta, dalla integrale al kamut, è possibile mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, essenziale per una corretta euglicemia.
  • Miglioramento dell’umore: La pasta favorisce la produzione di triptofano, un aminoacido precursore della serotonina, che contribuisce al rilassamento e al senso di benessere.
  • Aumento della concentrazione: I carboidrati complessi presenti nella pasta forniscono glucosio, indispensabile per il corretto funzionamento del cervello, migliorando la concentrazione e le capacità cognitive.
  • Accelerazione del metabolismo: Contrariamente alle diete restrittive senza carboidrati, che possono portare a una perdita di massa magra, l’inclusione della pasta, insieme a proteine e fibre, favorisce una perdita di peso più equilibrata e salutare.

La pasta integrale: fa bene o fa male?

 

“È dannoso mangiare pasta tutti i giorni?” I nustrizionisti rispondono a questa domanda con chiarezza: “La pasta può essere consumata quotidianamente, purché nelle giuste proporzioni”.

Le quantità consigliate variano in base alle caratteristiche fisiche individuali e allo stato di salute. Tuttavia, una linea guida generale prevede:

  • 70 grammi per le donne;
  • 80 grammi per gli uomini.

“Si consiglia di consumare la pasta in un unico pasto al giorno, evitando di consumarla sia a pranzo che a cena”, continua la dottoressa Boscaro. “Se consumata a pranzo, la pasta fornisce energia per tutto il pomeriggio, mentre se consumata a cena favorisce un riposo più tranquillo”.

I nutrizionisti sottolineano l’importanza di prestare attenzione al condimento utilizzato, poiché questo può influenzare significativamente il valore nutrizionale complessivo del pasto.

 

La pasta integrale: le proprietà nutrizionali

 

Le proprietà nutrizionali della pasta di semola di grano duro sono notevoli. In 100 grammi di questo alimento si trovano circa 350 calorie. Le caratteristiche nutritive più rilevanti nella sua versione tradizionale sono:

  • Carboidrati: Costituiscono circa l’86-88% della composizione.
  • Proteine: La pasta di semola di grano duro contiene circa il 12-13% di proteine.
  • Grassi: Si trovano in misura minima, rappresentando solo l’1% della pasta. Questi includono acidi grassi essenziali e vitamine liposolubili.

Inoltre, la pasta offre anche una modesta quantità di fibre, fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo. Da non sottovalutare è la presenza di sali minerali, tra cui il magnesio, che contribuiscono al benessere generale supportando la concentrazione e il rilassamento.

Tuttavia, è importante tenere presente che la pasta di semola di grano duro contiene glutine, il che potrebbe rappresentare un problema per coloro che soffrono di celiachia o hanno altre patologie correlate. Pertanto, è consigliabile moderare il consumo di questo tipo di pasta in base alle esigenze dietetiche individuali e alle eventuali condizioni di salute.

Caratteristiche nutrizionali della pasta integrale

La pasta integrale condivide molte caratteristiche nutrizionali con le varianti “di semola” o “di semolato” bianche. Tuttavia, si distingue per un maggior contenuto di fibre, una leggera crescita nell’apporto di lipidi e proteine e una riduzione marginale nei carboidrati (anche se poco significativa).

Inoltre, la pasta integrale offre quantità più consistenti di vitamine, principalmente del gruppo B (in particolare la Niacina) e vitamina E, insieme a una maggiore presenza di sali minerali come magnesio, ferro e potassio.

Dal punto di vista calorico, la pasta integrale presenta un valore simile alla pasta bianca, con un carico glicemico quasi identico. Tuttavia, il suo Indice Glicemico è notevolmente inferiore, con lievi variazioni legate alla forma della pasta. Inoltre, l’indice di sazietà della pasta integrale risulta leggermente superiore.

Infine, l’aggiunta di inulina tra gli ingredienti, spesso presente nelle paste integrali destinate ai diabetici, conferisce proprietà prebiotiche all’alimento, contribuendo ulteriormente alla sua valenza nutrizionale.

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