Ciao Tipicarelle e Tipicarelli, abruzzesi e non,
Ciao Tipicarelle e Tipicarelli, abruzzesi e non,
oggi parliamo delle mandorle, la cui storia risale a migliaia di anni fa, affondando le radici nel Medio Oriente e nell’Asia Centrale. Da lì, queste preziose noci furono introdotte nel bacino del Mediterraneo, grazie ai commercianti Fenici. I Romani, apprezzandone il gusto e le proprietà nutritive, contribuirono alla loro diffusione in tutta Europa. Originaria dell’Asia, la mandorla era già presente nell’età della pietra e iniziò ad essere coltivata nell’età del bronzo, diventando il primo frutto lavorato dell’antichità. Simbolo di speranza, rinascita e fortuna, arrivò in Sicilia grazie ai Fenici e ai coloni greci. I Romani la chiamavano “nux graeca”. Carlo Magno contribuì alla sua diffusione, considerandola un alimento completo e curativo. Nel Medioevo, le mandorle erano ampiamente utilizzate nella cucina di corte e nei filtri d’amore. La domesticazione del mandorlo è avvenuta presumibilmente già nel primo Olocene, rappresentando uno degli eventi più antichi nella storia dell’agricoltura. Le mandorle sono menzionate nei Veda del 5000 a.C., che ne esaltano le eccezionali qualità nutritive. Questo frutto ancestrale è noto per rafforzare corpo e spirito, grazie al suo elevato valore nutrizionale e al potere pacificante.
In quasi tutte le religioni, la mandorla ha sempre rappresentato l’origine della vita. Nella cosmogonia frigia, il mandorlo simboleggiava il padre di tutte le creature. Il suo delicato fiore bianco, leggermente rosato e profumato, annuncia il primo soffio di primavera, rappresentando la speranza di una stagione ricca di frutti. Secondo il mito di Fillide, una fanciulla trasformata in mandorlo dal dolore, l’albero rifiorisce al ritorno del suo amato Demofoonte. Anche nella Bibbia si trova traccia della mandorla:
“Il giorno dopo Mosè entrò nella tenda della testimonianza ed ecco il Bastone di Aronne per il casato di Levi era fiorito; aveva prodotto germogli, aveva fatto sbocciare fiori e maturato mandorle.”
Numerose sono le leggende legate al mandorlo. Una narra di Fillide, figlia del re dei Dauli, che si innamorò di Demofoonte e, credendosi abbandonata, si tolse la vita. Gli dei la trasformarono in un mandorlo, e quando Demofoonte tornò, l’albero miracolosamente rifiorì sotto il suo abbraccio.
La vesica piscis o mandorla è un simbolo di forma ogivale ottenuto da due cerchi dello stesso raggio, intersecantisi in modo tale che il centro di ogni cerchio si trovi sulla circonferenza dell’altro.
Il nome significa letteralmente vescica di pesce in latino.
Conosciuto in India, nell’antica Mesopotamia, in Africa e nelle civiltà asiatiche, esso passa nel Cristianesimo come un riferimento a Cristo, come è evidente nell’ichthys. Nella successiva elaborazione dell’iconografia cristiana, la mandorla viene associata alla figura del Cristo o della Madonna in Maestà e rappresentata in molti codici miniati e sculture del Medioevo, come nell’affresco o nell’arte musiva. In tale contesto è un elemento decorativo romanico-gotico utilizzato per dare risalto alla figura sacra rappresentata al suo interno, spesso attorniata all’esterno della mandorla da altri soggetti sacri. Ha una doppia valenza:
Il mandorlo, un piccolo albero longevo alto fino a 5-7 metri, è diffuso nel Mediterraneo e in Asia, coltivato in Italia nelle regioni centromeridionali. I fiori sbocciano all’inizio della primavera. Le mandorle si raccolgono in settembre-agosto a seconda delle coltivazioni. Di alto valore energetico, si distinguono in amare e dolci. Le mandorle amare contengono amigdalina, dal sapore amaro e con una piccola percentuale di acido prussico, tossico. Tuttavia, sono essenziali per preparare gli amaretti. Le mandorle dolci, ricche di proteine, fibre, vitamine e minerali, sono tra i frutti meno calorici.
Le mandorle sono utilizzate in pasticceria e cucina, in piatti salati e dolci. In Abruzzo, sono presenti in numerose ricette tradizionali. Il latte di mandorle, la pasta di mandorle, biscotti, torroni e gelati sono solo alcune delle delizie che si possono creare con questo frutto. Le mandorle, ricche di vitamina E e antiossidanti, offrono benefici per la salute del cuore, migliorano la circolazione sanguigna e sono utili per la memoria.
Le mandorle hanno anche un posto nella sfera magico-superstiziosa. Si crede che le mandorle “doppie”, appese con un nastro rosso dietro l’uscio, scaccino il malocchio. Le “mandorle cornute” legate tra loro con un nastro rosso e appese dietro l’uscio o al capezzale sono considerate portafortuna e simbolo di fecondità.
Le mandorle sono un vero e proprio scrigno di salute. Contengono una vasta gamma di nutrienti essenziali:
Consumare regolarmente mandorle apporta numerosi benefici:
Ma quante mandorle dovremmo mangiare al giorno? Gli esperti consigliano circa 28 grammi al giorno, equivalenti a una piccola manciata o a circa 23 mandorle intere. Questa quantità offre un bilanciamento perfetto tra apporto calorico e benefici nutrizionali.
In Abruzzo, le mandorle sono un prodotto locale di alta qualità, utilizzate in molte ricette tradizionali. Le mandorle abruzzesi sono note per il loro sapore ricco e la loro consistenza croccante, diventando protagoniste di numerose delizie dolciarie.
Tra le specialità che celebrano le mandorle, troviamo:
Parlando di mandorle in Abruzzo, non possiamo dimenticare i famosi Confetti Pelino di Sulmona. Questi deliziosi confetti, utilizzati in occasioni speciali come matrimoni e battesimi, sono realizzati con mandorle di prima scelta ricoperte di zucchero. La Confetteria Pelino è rinomata per la qualità dei suoi prodotti, seguendo metodi tradizionali tramandati di generazione in generazione.
Ingredienti:
Procedimento:
Suggerimenti:
Usa il classico alcool che si usa in cucina, per la preparazione dei liquori: lo trovi nei supermercati senza troppa fatica.
Per sterilizzare il vaso, puoi farlo bollire per 20 minuti in acqua: parti da acqua fredda e misura il tempo dal momento del bollore.
L’Abruzzo è un luogo dove l’accoglienza è un’arte, un modo di comunicare amore e condivisione. Quando metterai piede in questa regione, ti sentirai parte di qualcosa di speciale, un viaggiatore e un amico. La gente, la natura e le esperienze uniche ti faranno capire che l’ospitalità dell’Abruzzo è più di un semplice saluto: è un invito a scoprire, condividere e amare. 🏡🌄🍽️
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